A cinquant'anni dalla scomparsa di una ragazzina di dieci anni, una cassa contenente ossa umane viene ritrovata a pochi metri dalla villa di famiglia in riva al lago Maggiore, sepolta nel lago sotto ai binari di una darsena. Il fratello gemello di quella ragazzina, Giulio (io narrante), torna in quella villa, ora di proprietà della cugina Cristina, ed è costretto a fare i conti con un passato doloroso, che ha condizionato tutta la sua vita. Alcolizzato, fallito, divorziato con una figlia che non vuole più avere contatti con lui, Giulio si accorgerà che per sopportare il dolore occorre ricordare, dimenticare non è possibile. Insieme a Cristina e al maresciallo Gaetani, verrà a conoscenza di un crimine orribile commesso nel 1943 (l'uccisione dell'intera famiglia Markowitz da parte di due pescatori), scoprirà il collegamento tra la scomparsa della sua gemella e quei fatti così lontani nel tempo e avrà conferma che la vita di ciascuno di noi è retta dal caos, non esiste giustizia umana né divina e gli unici balsami in grado di lenire il dolore sono l'amore e l'amicizia.